ArcheoFOSS 2020
Conference welcome and opening

Introduzione

[English below]

Il convegno che ci accingiamo a presentare è stato organizzato da un gruppo di otto giovani — secondo un’accezione tipicamente italiana — volontari che, a vario titolo e con varie competenze, sono da tempo impegnati nella promozione dei Dati Aperti e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche Free Libre e Open Source per l’Archeologia e, più in generale,  per i Beni Culturali.

Quando il gruppo, che sarebbe poi diventato l’attuale Comitato Organizzativo, si è riunito per la prima volta nel novembre del 2019 gli atti di ArcheoFOSS 2018, svoltosi a Roma, erano ancora freschi di stampa, mentre il lavoro redazionale dell’edizione 2019 non era stato ancora avviato ed è tuttora in corso.

Nell’autunno del 2019 la parola COVID era ancora sconosciuta ed eravamo alle prese con la scelta della sede ospitante. Oggi, se immaginiamo uno strano effetto “sliding doors”, saremmo stati nella splendida città di Viterbo. Fortunatamente (si fa per dire) la prima fase organizzativa del convegno ha subito frequenti rallentamenti e questo ha fatto sì  che l’esplosione della pandemia non ci cogliesse di sorpresa.

Presa immediatamente consapevolezza della gravità della situazione, abbiamo deciso una radicale inversione di marcia: non rinunciare al convegno, scelta decretata da molti comitati di altre illustri manifestazioni, bensì sfruttare la contingenza per  trasformare ArcheoFOSS in un evento interamente online.

La scelta, in un certo senso favorita dalla naturale propensione al digitale dei membri della nostra comunità, aveva indubbiamente un altro enorme vantaggio: quello di superare le distanze geografiche e quindi di allargare a dismisura la partecipazione, sia attiva (presentazioni,  workshop, demo), sia passiva (quindi in termini di pubblico che può seguire l’evento).   

Quindi in un certo senso la forma agile dell’organizzazione, la mancanza endemica di fondi e strutture — che sono ovviamente limiti condizionanti, che come vedremo stiamo cercando di risolvere — in questo caso hanno giocato a nostro favore. Un ulteriore supporto è stato costantemente garantito da molti membri del nostro Comitato Scientifico, scelti sulla base dei contributo fornito al mondo della ricerca e alla comunità ArcheoFOSS, e che desideriamo ringraziare.

Per quanto riguarda questa edizione del convegno, abbiamo cercato di porre nuove basi a un evento che negli ultimissimi anni — siamo in casa e non ha senso nascondersi dietro a un dito — ha sofferto, come dimostrano per esempio l’eccessiva partecipazione interna e la difficoltà di pubblicazione degli atti. Tra le questioni più urgenti che ci siamo posti, portiamo all’attenzione della platea le principali:

  1. la necessità di dotarsi di un sistema di valutazione delle proposte pervenute più rigido, coinvolgendo i membri del comitato scientifico ed esperti esterni. Il sistema, certamente perfettibile, ha l’obiettivo di alzare l’asticella della qualità delle proposte;
  2. la volontà di pubblicare un volume degli abstract ad accesso libero, che funzioni da guida al presente convegno. Il volume, di oltre cento pagine, è pubblicato su Zenodo ed è provvisto di DOI;
  3. il desiderio di dare maggior maggior equilibrio di contenuti e rappresentare le esperienze significative in tutti i settori dei Beni Culturali, anche quelli tradizionalmente meno presenti nelle passate edizioni di ArcheoFOSS. Abbiamo quindi deciso di introdurre il Panel 2, dedicato ai dati, ai formati e agli standard aperti. Come chiarito nella Call for paper, in questa edizione abbiamo ritenuto di andare oltre i software aperti, offrendo la possibilità di presentare ad ArcheoFOSS anche a esperienze di archeologia aperta. Piattaforme di pubblicazione di “open data” e riutilizzabili, disponibili in formati aperti, a prescindere dagli strumenti con cui i dati sono stati creati. Il principio  è quello di incentivare e valorizzare esperienze di creazione di archivi archeologici aperti, fruibili dall’intera comunità. Le problematiche al centro di questo panel sono varie e di natura diversa e noi riteniamo che il tavolo di discussione ArcheoFOSS sia il luogo adatto in cui affrontarlo. 
  4. l’obbligo di confrontarci su questi temi, così centrali nel dibattito, anche con colleghi stranieri, per creare una rete di collaborazione e riflessione più larga e variegata possibile. A ciò si deve la scelta di internazionalizzare il convegno, processo in atto e che sarà ulteriormente perseguito nei mesi a venire.

Prima di passare ad alcuni aspetti pratici riguardanti l’organizzazione di queste giornate, è infine doveroso fornire alla comunità intera qualche chiarimento aggiuntivo sul modus operandi del Comitato Organizzativo. Per gestire dal punto di vista operativo le varie fasi preparatorie dell’evento, in una situazione del tutto peculiare e senza precedenti, abbiamo dovuto far ricorso a soluzioni software in piena contraddizione con lo spirito FLOS.

Il riferimento è all’utilizzo di Google Form per la raccolta dei contributi, di Eventbrite per le adesioni ai workshop, di Mailchimp per la gestione della newsletter, di Streamyard per la trasmissione in diretta di queste giornate o dei vari Microsoft Teams, Google Meet o Zoom.us per i workshop. L’adozione di simili strumenti, talvolta inevitabile in quanto dettata dalla persistente indisponibilità di valide alternative aperte, è certamente da ricondurre in parte anche a motivi contingenti.

Non solo il ridotto organico volontario dell’attuale Comitato Organizzativo, sottodimensionato se confrontato con le sfide che si sono presentate, ma anche una innegabile mancanza di familiarità e competenze rispetto a possibili soluzioni alternative. Ci teniamo a sottolineare questo aspetto, non tanto per giustificare le nostre leggerezze, che tali rimangono, quanto piuttosto per trasformare ogni legittima critica in tal senso in un invito all’intera comunità, affinché con un lavoro condiviso e debitamente programmato si possa superare l’ineluttabile ricorso a soluzioni commerciali, più o meno invise. 

Tornando alla nostra tre giorni di convegno totalmente online, siamo consapevoli anche del fatto che tale modalità ci ha privato di quella interazione, umana prima che scientifica, che è da sempre centrale in tutte le manifestazioni. L’augurio è che il pubblico presente ci consenta di colmare almeno in parte questo vuoto, partecipando attivamente con domande e suggerimenti, che sarà possibile inoltrare attraverso i canali social su cui lo streaming sarà trasmesso.

Ai moderatori delle singole sessioni, affiancati da due membri del Comitato Organizzativo, è affidato il ruolo di agevolare la comunicazioni tra relatori e pubblico e dar vita al dibattito sulle tematiche trattate. 

Considerazioni analoghe valgono anche per i workshop. Ci teniamo prima di tutto a sottolineare l’impegno necessario a garantire, benché con inedite modalità, il loro svolgimento, da sempre ritenuto fondamentale per rinsaldare il legame con la comunità. A giudicare dai numeri, lo sforzo è stato premiato: le adesioni sono andate veramente oltre le più rosee aspettative e significativa appare la presenza di tantissimi colleghi stranieri, interessati alle proposte che siamo riusciti a costruire.

Inevitabilmente la modalità telematica pensata per i workshop comporterà un maggior investimento di tempo e fatica, sia per gli autori, sia per i partecipanti, ma siamo certi che con una buona dose di pazienza, spirito di adattamento e buona volontà — qualità fondanti della comunità FLOS — l’occasione sarà formativa e fruttuosa per tutti.

Guardando al futuro, tutti auspichiamo la fine dell’attuale crisi, ma è chiaro quanto questa emergenza abbia irrimediabilmente cambiato le nostre vite, il nostro modo di fare ricerca, il nostro modo di fare didattica, il nostro modo di fare e comunicare l’archeologia. L’impiego sempre più massiccio della Rete con la erre maiuscola, del Web e di Internet, difficilmente farà un passo indietro e la nostra sfida è quindi quella di essere nelle condizioni di governare e orientare questo cambiamento, anziché subirlo.

Nei prossimi mesi sarà forse possibile cominciare a programmare nuovamente gli eventi in presenza, ma questo non dovrà portarci a rinunciare agli aspetti positivi che la tecnologia ci ha consentito, sia pur forzatamente, in questo momento di reclusione collettiva. In particolare, come comunità dovremo essere in grado di continuare a garantire una partecipazione così larga e “a distanza”, cercando e trovando insieme le vie FLOS per raggiungere e mantenere questo risultato, come già ricordato.

Un ulteriore elemento che abbiamo il piacere di portare alla vostra attenzione è la creazione di un’associazione di promozione sociale, chiamata come il nostro convegno, ArcheoFOSS, che ha come scopo principale quello di mettere a punto con costanza e nel tempo una serie di attività e strumenti a supporto della strutturazione e dell’organizzazione del movimento.

L’Associazione, la cui idea nasce molti anni fa, nelle prime edizioni del convegno, ma che solo qualche settimana fa è potuta passare dall’ambito delle discussioni visionarie e propositive a quello della realtà concreta, è libera e tutti voi siete invitati a esserne parte attiva, partecipando a vario titolo alla sua vita culturale e alle attività che saranno in programmazione nei prossimi mesi. Si tratta di un’istituzione che ha lo scopo di facilitare una programmazione di più ampio respiro, di organizzare eventi formativi teorici e pratici sull’intero territorio nazionale, grazie all’attivismo dei propri iscritti.

La vita dell’associazione va in parallelo con quella del convegno annuale, le cui decisioni scientifiche e programmatiche saranno definite dal Comitato Scientifico e dal Comitato Organizzativo in carica. 

Infine, per dare una certa continuità scientifica al convegno annuale, rendendo ciascuna edizione una tappa di un percorso di lungo periodo, piuttosto che un punto luce isolato su un fondale scuro, è in programma l’istituzione di un Comitato Scientifico Stabile, che con i suoi lavori sia in grado di redigere, proporre e curare un’agenda di lungo periodo, con obiettivi in prospettiva, che vadano al di là dei singoli appuntamenti annuali.

Probabilmente è questa la sfida più ardua che questa edizione si pone, però siamo rincuorati dal fatto che questa è una sfida che compiamo tutti insieme come comunità.

Su questo aspetto il presente comitato scende dal palco virtuale del convegno e si siede in platea, per facilitare una discussione più paritaria. Riprenderemo in sede di conclusioni molti degli argomenti anticipati. Ma adesso è il momento di entrare nel vivo e dare inizio ai lavori della quattordicesima edizione di ArcheoFOSS. 

Introduction

The conference we are about to present is organised by a group of eight young volunteers (young according to a typically Italian context) who, in various ways and with various skills, are since long time engaged in the promotion of Open Data and in the development of Free Libre  and Open Source technologies for Archeology and, more generally, for Cultural Heritage

When the group, which would later become the current Organising Committee, met for the first time in November 2019, the proceedings of ArcheoFOSS 2018, held in Rome, were still fresh from the press, while the editorial work of the 2019 edition had not started yet and is still in progress.

In fall 2019, the word COVID was still unknown and we were struggling with the choice of the host institution. Today, if we imagine a strange “sliding doors” effect, we would probably have been in the beautiful city of Viterbo. Fortunately (so to speak) the first organisational phase of the conference suffered frequent slowdowns and this meant that the outbreak of the pandemic did not take us by surprise.

Immediately aware of the gravity of the situation, we decided to take a radical turnaround: not to give up the conference, a choice decreed by many committees of other important events, but rather to exploit the contingency and to transform ArcheoFOSS into an entirely online event.

The choice, favoured in a certain sense by the natural inclination to digital of the members of our community, undoubtedly had another enormous advantage: overcoming geographical distances and therefore greatly expanding participation, both active (presentations, workshops, demos) , and passive (in terms of the public that can follow the event).

So in a certain sense the agile form of the organisation, the endemic lack of funds and structures - which are obviously conditioning limits and which as we will see we are trying to address - in this case played in our favour. Further support was constantly guaranteed by many members of our Scientific Committee, chosen on the basis of the contributions made to the research and to the ArcheoFOSS community, and whom we wish to thank.

Regarding this edition of the conference, we have tried to lay new basis for an event that in the last few years — we enter nous and we don’t have to bury our head in the sand — has suffered, as shown for example by the excessive internal participation and by the difficulty of publication of the proceedings. Some of the most urgent questions that we have asked to ourselves, and that we are willing to share with you are:

  1. the need to have a more rigid evaluation system for the paper submissions, by involving the members of the Scientific Committee as well as external experts. This attempt, certainly perfectible, is aimed at raising of the scientific quality of the proposals;
  2. the firm will to publish a book of abstracts in open access, which serves as a guide to this conference. The volume, of over one hundred pages, is published on Zenodo and is provided with DOI;
  3. the desire to give greater balance of contents and to represent the significant experiences in all sectors of Cultural Heritage, even those traditionally less present in past editions of ArcheoFOSS. We therefore decided to introduce Panel 2, dedicated to data, formats and open standards. As clarified in the call for paper, in this edition we have decided to go beyond open software, offering the opportunity to present open archeology experiences to the ArcheoFOSS community. Open and reusable data publishing platforms, available in open formats, regardless of the tools with which the data was created. The principle is to encourage and enhance experiences of creating open archaeological archives, at the disposal of the entire community. The issues at the center of this panel are various and of a different nature and we believe that the ArcheoFOSS final round table is the right place to address it.
  4. the obligation to discuss these issues, so central in the debate, even with foreign colleagues, to create a network of collaboration and reflection as broad and varied as possible. This is the reason for the decision to internationalise the conference, a process in progress and which will be further pursued in the months to come.

Before moving on to some practical aspects regarding the organisation of these days, it is finally necessary to provide the whole community with some additional clarification on the modus operandi of the Organising Committee. In order to manage the various preparatory stages of the event, in a completely unique and unprecedented situation, we had to resort to software solutions in full contradiction with the FLOS spirit.

The reference is to the use of Google Form for the collection of abstracts, of Eventbrite for participation in workshops, of Mailchimp for the management of the newsletter, of Streamyard for the live broadcast of these days or of the various Microsoft Teams, Google Meet or Zoom.us for workshops. The adoption of similar tools, sometimes inevitable as dictated by the persistent unavailability of valid open alternatives, is certainly partly attributable to contingent reasons.

Not only the limited voluntary staff of the current Organising Committee, undersized in the face of the challenges that have arisen, but also an undeniable lack of familiarity and skills with respect to possible alternative solutions. We would like to underline this aspect, not so much to justify our levity, which remains, but rather to transform any legitimate criticism in this sense into an invitation to the whole community, so that with a shared and duly planned work we can overcome the unavoidable resort to commercial solutions, more or less unpopular.

Returning to our three-day totally online conference, we are also aware of the fact that this method has deprived us of human and then scientific interaction which has always been central to all events. The hope is that the audience will allow us to fill this void at least in part, by actively participating with questions and suggestions, which will be possible to forward through the social channels on which the streaming will be broadcasted.

The moderators of the individual sessions, flanked by two members of the Organising Committee, are entrusted with the role of facilitating communication between speakers and the public and giving life to the debate on the topics covered.

Similar considerations can be also applied to workshops. First of all, we would like to emphasise the commitment necessary to ensure, albeit in unprecedented ways, their development, which has always been considered essential to strengthen the bond with the community. Judging by the numbers, the effort has been rewarded: the adhesions have truly gone beyond the rosiest expectations and the presence of many foreign colleagues, interested in the proposals we have managed to build, appears significant.

Inevitably, the telematic mode designed for the workshops will involve a greater investment of time and effort, both for the authors and for the participants, but we are sure that with a good dose of patience, spirit of adaptation and good will - founding qualities of the FLOS community - the occasion will be formative and fruitful for all.

Looking to the future, we all hope for the end of the current crisis, but it is clear how much this emergency has irremediably changed our lives, our way of doing research, our way of teaching, our way of doing and communicating archeology. The increasingly massive use of the Net with a capital N, the Web and the Internet, will hardly take a step back and our challenge is therefore to be in a position to lead and guide this change, rather than undergo it.

In the following months it will perhaps be possible to start planning the events again in presence, but this should not lead us to give up the positive aspects that technology has allowed us, albeit forcibly, in this moment of collective confinement. In particular, as a community we will have to be able to continue to guarantee such a large and “remote” participation, seeking and finding FLOS ways together to achieve and maintain this results, as already mentioned.

Another element that we are pleased to bring to your attention is the creation of a cultural association, called as our conference, ArcheoFOSS, which has as its main purpose to facilitate the work of our meetings with funding and logistics.

The idea of the association dates back to the first editions of the Conference, but only few weeks ago it was possible to give concreteness to this abstract and sometimes visionary discussion. The Association is free and all of you are invited to be an active part of it, participating in various ways in its cultural life and in the activities that will be scheduled in the following months. It is an institution that aims to facilitate broader programming, to organise theoretical and practical training events throughout the country, thanks to the activism of its members.

The life of the association goes hand in hand with that of the annual conference, whose scientific and programmatic decisions will be defined by the Scientific Committee and the Organising Committee in charge.

Finally, in order to give a certain scientific continuity to the annual conference, making each edition a stage of a long-term path, rather than an isolated light point on a dark background, the establishment of a Permanent Scientific Committee is planned, which with his work is able to draw up, propose and manage a long-term agenda, which goes far beyond the individual annual appointments.

This is probably the most difficult challenge that this edition poses, but we are heartened by the fact that this is a challenge that we all fulfil together as a community.

On this aspect, the present committee descends from the virtual stage of the conference and sits in the audience, to facilitate a more equal discussion. We will hopefully return to many of these topics in the conclusions. But now is the time to get to the heart and start the work of the fourteenth edition of ArcheoFOSS.

Organizing committee

  • Julian Bogdani, Sapienza University of Rome
  • Emanuel Demetrescu, VHLab, CNR-ISPC Rome
  • Sara Gonizzi Barsanti, Politecnico di Milano
  • Saverio G. Malatesta, DigiLab, Sapienza University of Rome
  • Luca Mandolesi, adArte Srl. Rimini
  • Riccardo Montalbano, University of Pisa
  • Augusto Palombini, CNR, Rome
  • Paolo Rosati, Sapienza University of Rome

Scientific committee

  • Luca Bezzi, ArcTeam. Cles (TN)
  • Paola Buzi, Sapienza University of Rome
  • Elena Calandra, MiBACT. Rome
  • Marco Callieri, CNR-ISTI. Rome
  • Enzo Cocca, ISMEO. Rome
  • Andrea D’Andrea, L’Orientale University of Naples
  • Benjamin Ducke, DAI. Berlin
  • Gabriele Gattiglia, University of Pisa
  • Antonella Guidazzoli, CINECA. Bologna
  • Anna Marras, University of Turin
  • Paola Moscati, CNR. Rome
  • Antonella Negri, ICCD. Rome
  • Silvia Orlandi, Sapienza University of Rome
  • Sofia Pescarin, CNR. Bologna
  • Alessandro Pintucci, Archaeologist
  • Serena Sensini, Tor Vergata University of Rome
  • Mirella Serlorenzi, MiBACT. Rome
  • Valeria Vitale, Pelagios Commons. London